Lo scorso 8 febbraio 2016, la Borsa di Milano ha perso quasi il 5% (4,69 il dato ufficiale) ben sotto la soglia dei 17mila punti (16.441,
per la precisione). Con l'Ftse All share in calo del 4,72% a quota 17.924, i listini milanesi sono tornati ai livelli dell'estate 2014. Diversi titoli a elevata capitalizzazione hanno lasciato sul terreno molto valore: il peggiore è stato Saipem che ha perso il 25% a 0,38 euro nell'ambito dell'aumento di capitale, mentre Monte dei Paschi di Siena ha chiuso in calo dell'11% a 0,519 euro. E' quasi il minimo storico. Bper in ribasso dell'11,9%, seguita da Ubi e Poste italiane che lasciano entrambe il 10,4%, con Carige in calo del 10,1% mentre Intesa si è mossa con l'indice generale (-4%). Male Fiat (Fca), in ribasso finale del 9,8%. Per Milano è un inizio anno da incubo: dal primo gennaio ha bruciato 129 miliardi di euro, per un calo del 22,8%.Seduta molto negativa anche per la Borsa di Atene, che ha concluso una giornata partita subito male con un calo dell'indice Gd del 7,8% (dopo le proteste contro la riforma delle pensioni e dei prestiti in sofferenza, crolla il settore bancario). Profondo rosso per tutti i listini europei: Francoforte in chiusura cede il 3,30%, Parigi il 3,20% e Londra il 2,71%. In picchiata anche Oslo (-4,39%). L'indice Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto il 3,5% finale, un calo che equivale a 309 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati nella sola seduta dell'8 febbraio, un lunedì grasso da incubo. La causa di questo crollo è il prezzo del petrolio: il petrolio, infatti, è in netto calo (è arrivato a 30 dollari al barile), quindi trascina con sè verso il basso le borse mondiali. Ma la Borsa di Milano soffre di più delle altre borse europee e occidentali. Eppure la nostra economia sta sostanzialmente bene: il rapporto deficit/PIL è sotto al 3%, mentre Francia e Irlanda e Spagna stanno peggio. Ma allora, perché la nostra Borsa italiana soffre di più delle altre borse occidentali? Perché il nostro debito è una zavorra di 2.200 miliardi di euro, con uno spread sugli interessi di oltre i 150 punti (rispetto ai bund tedeschi). Noi quindi dobbiamo pagare molti più interessi sul nostro debito pubblico che non gli altri Paesi europei (15 punti è lo spread dei Paesi Bassi; 30 punti è lo spread di Austria, Danimarca e Finlandia; 38 della Francia; 52 del Belgio. E poi: 156 punti spread della Spagna; 158 della Slovenia; 297 l'Ungheria; 330 il Portogallo). La Banca centrale Europea compra massicce dosi del nostro debito sovrano per alleviare la nostra economia dai tassi micidiali sul debito e per liberare così risorse utili all'economia reale. Ma queste iniezioni di denaro "buono" non sono ancora sufficienti a salvare la nostra economia italiana dai ripetuti crolli della Borsa.