Tutti gli studenti di chimica conoscono Dmitri Mendeleev e la sua tavola periodica degli elementi che ordina tutti gli elementi chimici in base ai protoni
contenuti nel nucleo di un loro atomo. Meno nota è la storia del suo inventore e della sua invenzione. Nato nel 1834 a Tobolsk, nella sperduta Siberia, ultimo di almeno quattordici figli, Mendeleev studiò a San Pietroburgo e poi in Germania, a Heidelberg. Nel 1867, a 33 anni, da poco nominato professore all’Università di San Pietroburgo, Mendeleev era assorbito dalla scrittura di un manuale sui principi della chimica. Ben presto si rese conto che il lettore inesperto rischiava di perdersi in quel labirinto di dati. Era necessario trovare un modo per organizzare in maniera chiara i vari elementi e le loro proprietà.
Gli antichi greci avevano organizzato gli elementi del mondo in quattro gruppi: aria, acqua, terra e fuoco. Un'organizzazione che rimase più o meno immutata fino al XVII secolo quando Robert Boyle aveva spiegato il mondo materiale in termini di elementi, miscele e composti. Nel 1789 Antoine Lavoisier pubblicò una lista di 33 elementi chimici.
Mendeleev ideò la sua tavola quando erano noti solo 63 elementi, dall'idrogeno all'uranio, L’ordine fu stabilito in base al peso atomico, e la diversa lunghezza delle righe fu decisa per avere, in ogni colonna, elementi con comportamenti chimici simili. Oggi gli elementi noti sono 118, dopo il recente riconoscimento della scoperta di 4 nuovi elementi.
Sono stati ufficialmente aggiunti alla Tavola periodica quattro nuovi elementi, che vanno a occupare le caselle 113, 115, 117 e 118, completando così la settima riga della Tavola. L'annuncio, ad opera dello IUPAC l'ente internazionale che regolamenta nomenclatura, terminologia e misure della chimica, è del 30 dicembre 2015 ed ha anche il curioso effetto di rendere automaticamente superata la maggior parte dei libri di testo del mondo intero. testo di E. Lion